I sogni ad occhi aperti: svegliamoci e sogniamoli!

I sogni ad occhi aperti: svegliamoci e sogniamoli!

Oh! ho avuto un sogno così curioso! – disse Alice, e raccontò alla sorella come meglio poté, tutte le strane avventure che avete lette; e quando finì, la sorella la baciò e le disse:
– È stato davvero un sogno curioso, cara ma ora, va subito a prendere il tè; è già tardi. – E così Alice si levò; e andò via, pensando, mentre correva, al suo sogno meraviglioso.

(Alice nel paese delle meraviglie)

 

 

Mi hanno chiesto di non smettere di sognare, dicono che sognare sia la scintilla che ti fa mettere in moto e ti fa incamminare verso i tuoi desideri, per realizzarli.

Tanti grandi uomini, donne e santi di tutti i tempi hanno sognato, Leonardo Da Vinci, Albert Einstein, Martin Luther King, Madre Teresa, San Francesco  per esempio ha sognato ed il suo sogno gli ha aperto il cammino.

Cosa avevano di diverso da noi queste persone?

Probabilmente poco, forse semplicemente credevano nei loro sogni da cui  traevano la forza ed il coraggio per non distruggerli.

Se non sogniamo o se lo facciamo poco è perché probabilmente abbiamo paura di farlo, paura di svegliarci ed accorgerci che è stato tutto solo frutto di una fantasia, oppure perché temiamo che il nostro sogno, una volta realizzato si frantumi in mille pezzi ed allora, per non rischiare, evitiamo.

“Attenzione alle paure del giorno. Amano rubare i sogni della notte” scrive Fabrizio Caramagna, un noto scrittore contemporaneo.

E’ bello quello che scrive tuttavia, credo ignori che la paura, questa stupefacente emozione, non sia solo un ostacolo o un limite ma, se impariamo a convivere con lei, diventi addirittura un’ alleata dandoci la prudenza per lanciarci dalla cima più alta, sicuri di avere il laccio del paracadute da tirare al bisogno.

Rendiamo la paura compagna di viaggio e proviamo a sognare.

La psicologia sostiene che sognare ad occhi aperti faccia bene, ci aiuti nei momenti in cui la realtà si fa troppo scura.

Ascoltarle i sogni ci risveglia e diventa come una forza propulsiva.

Sognare, a quanto pare, non è un’attività inutile, poiché quello che sogniamo ci mette in contatto con le nostre parti più profonde, quelle che spesso non siamo abituati ad ascoltare ed ignoriamo.

Sognare è il carica batterie che permette al nostro cervello di creare nuove immagini e di utilizzarle quando la realtà esterna diventa difficile da sostenere.

Ci sono persone però, rigidamente controllanti e severe con se stesse, con un “genitore interiore estremamente critico e normativo”, per dirla con la terminologia tipica della psicologia transazionale. Questo genitore impone ordini arbitrari da non discutere, limita ed impedisce una libera espressione dei propri vissuti personali, cioè quello che si sente nel profondo del cuore vieta di sognare ritenendo questa un’attività poco utile.

Invece il sogno ad occhi aperti non va represso perché addolcisce l’amarezza che talvolta si percepisce nel mondo, riducendo, tra l’altro, conflitti e frustrazioni.

Tuttavia, “in medio stat virtus” come sostenevano a ragione gli antichi, infatti può capitare che quando si superi il limite dell’equilibrio i sogni ad occhi aperti diventino una fuga, il rifugio sbagliato in cui nascondersi.

Se i sogni diventano una fuga si rischia di utilizzarli per spiegarsi una realtà diversa da quella vera, per contenere momentaneamente una frustrazione, prolungandone il disagio, per isolarsi in un mondo immaginario fatto su misura delle nostre esigenze e più semplice da gestire ma questo non è salutare.

Somer, nel 2002, ha descritto con il termine “Maladaptive Daydreaming” la ricca produzione di fantasticherie che diventa disfunzionale nel momento in cui interferisce con il funzionamento sociale, lavorativo e scolastico e ci impedisce di vivere a pieno la concretezza della quotidianità.

Quindi dobbiamo essere bravi e vivere in quello spazio di equilibrio dinamico che ci permette di uscire fuori dai quadrati mentali, evadere in un mondo fantastico che non può farci del bene, restando tuttavia capaci di ritornare sui nostri binari e riprendere il cammino.

Non smettere di sognare, chiunque tu sia, nonostante tutto quello che fin ora ti è capitato, nonostante quello che succederà in seguito.

Non smettere di immaginare, sognare, sperare cose grandi, cose che fanno bene alla tua anima, una scoperta, un traguardo, un nuovo amore.

Non smettere mai, ma non usare il tuo sogno per fuggire.. resta pure con il naso tra le nuvole ma con i piedi ben saldi per terra e non rimandare  i sogni che puoi fare oggi, non lasciarli nel cassetto a prendere polvere. Vivili. Rendili vivi.

Sai “cosa accade ad un sogno rinviato? Forse si secca come un chicco d’uva al sole? […] Forse è solo
un carico pesante” (Langhton Hughes) allora non rimandiamolo ma  svegliamoci e sogniamolo, affinché diventi compagno di viaggio nel cammino della vita. Sogni d’oro a tutti.

 

dott.ssa Antonella Petrella, Psicolologa-Psicoterapeuta