Progetto

Attivamente

Attiva…mente consiste in un lavoro mirato alla valutazione cognitiva mediante strumenti neuropsicologici specifici per la terza età che servono sia a valutare un eventuale declino cerebrale, sia a quantificare le capacità residue del soggetto che vi si sottopone. Alla fase di valutazione segue quella di attivazione/riabilitazione cognitiva che viene attuata in gruppo e programmata in base ai punteggi riportati ai test precedentemente somministrati. Il programma di esercizio oltre a la vorare sulla parte cognitiva dà la massima attenzione anche all’aspetto comportamentale e relazionale dell’anziano coinvolto, al fine di facilitarne un reale e concreto miglioramento nello stile di vita. L’obiettivo generale di ATTIVA…MENTE, è quello di ottenere un mantenimento e/o miglioramento globale delle abilità cognitive e relazionali dei partecipanti, potenziando le risorse cognitive residue, migliorando le prestazioni funzionali, il tono dell’umore ed il comportamento.

Nello specifico le attività previste hanno la finalità di stimolare:

  • memoria;
  • attenzione, prassia, linguaggio, orientamento spaziale, temporale e personale;
  • verificare eventuali influenze della sollecitazione cognitiva nella sfera emotiva, in quella comportamentale e gestionale dell’anziano.

Consideriamo una funzione fondamentale dell’attività mentale, la memoria. Questa è stata ed è considerata un qualcosa su cui è impossibile agire per migliorarla. Infatti si sa poco della capacità mnemoniche e di come queste possano essere effettivamente mantenute in buona efficienza anche durante la terza età. Di fatto però i disturbi della memoria costituiscono la causa di disagi enormi per l’anziano e molto spesso coincidono con la perdita totale della sua capacità di autonomia personale e sociale. Le cause più comuni dei deficit della memoria negli anziani, escludendo le demenze senili, sono rappresentate da condizioni ambientali e personali sicuramente modificabili dall’adozione di uno stile di vita diverso. Come dimostrano numerosi studi, molti degli esercizi proposti in questo progetto, hanno degli effetti benefici e tengono in allenamento il cervello.

Ad esempio, una nuova conferma arriva anche dai ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine del Bronx (NY).

Per condurre la ricerca sono stati coinvolti 488 anziani con un’età compresa tra 75 e gli 85 anni. Tutti i partecipanti, che all’inizio dello studio non presentavano particolari problemi di memoria, sono stati tenuti sotto controllo per un periodo di circa 5 anni. Al termine dello studio 101 anziani su 488 iniziali, presentavano i classici sintomi della demenza senile.

Charles B. Hall, ricercatore e coordinatore dello studio, spiega che analizzando le abitudini degli anziani si è scoperto che gli hobby e i “passatempi” aiutano a preservare il cervello.

Gli anziani, infatti, che quotidianamente, o quasi, dedicavano del tempo a delle attività che tenevano il cervello impegnato (lettura, scrittura, scacchi, carte, cruciverba, ecc.) ritardavano di oltre un anno la comparsa dei primi segni della demenza. I ricercatori spiegano che stando ai dati raccolti, gli effetti di queste attività sembrerebbero essere indipendenti dal grado di istruzione. (C. B. Hall, R. B. Lipton, M. Sliwinski et al., “Cognitive activities delay onset of memory decline in persons who develop dementia”, Neurology, 2009).

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