Sono utili le strategie in amore?
Hai mai sentito il peso di un amore non corrisposto, quella sensazione di vuoto che sembra non avere soluzione?
Il presente articolo, se deciderai di leggerlo, ti accompagnerà in un viaggio attraverso le emozioni complesse di un amore che non trova reciprocità, esplorando come questo possa trasformarsi in una dolorosa “malattia” se non vissuto correttamente. Ti sei mai chiesto se vale la pena rincorrere ciò che non puoi cambiare, o se è giunto il momento di lasciar andare?
Scopri come affrontare la fine di un amore senza perderti, imparando a riscoprire il tuo valore e a ritrovare la serenità. Un invito a riflettere, ad accettare il dolore e, soprattutto, a proseguire il cammino verso un nuovo inizio.
Buona lettura
Le strategie servono a risolvere i problemi. Un amore non corrisposto non è un problema. E’ un dato di fatto. Un amore non corrisposto può diventare un problema se non vissuto bene e può diventare una “malattia” se si pratica “accanimento terapeutico”. Un amore non corrisposto è un fatto non modificabile da chi nutre il desiderio di essere amato. Nessuna strategia, nessun “no contact per 21 giorni”, può darti l’autenticità di un amore sincero. Ogni tentativo di recupero diviene lo straziante prolungamento di un’agonia evitabile. La fine di un amore fa indubbiamente male ma, quel che fa più male è crogiolarsi nei ricordi dei momenti belli (cancellando più o meno volontariamente quelli meno belli) e ancorarsi alle aspettative di un cambiamento (che se arriva ben venga ma se non arriva non deve vincolarci).
La ricerca di una soluzione riparatrice che riunisca la coppia, nella migliore delle ipotesi, non può far altro che umiliarci e convincerci, ancora di più, che dentro o fuori di noi c’è qualcosa di sbagliato, che noi siamo sbagliati. Ogni tentativo di recupero diventa così l’ennesimo attacco e ferita alla propria amabilità già messa in discussione e minata dagli eventi. Se chi ci ha lasciato torna e noi ancora desideriamo che quella persona sia nella nostra vita, sicuramente le apriremo nuovamente la porta del cuore ma, nel frattempo, quella porta per lei deve restare chiusa e aprirsi solo se sentiamo che è tornata a bussare. Un’altra cosa che peggiora il momento difficile che ci troviamo ad affrontare dopo essere stati lasciati è fare finta di niente; è non darci il permesso di soffrire quando dentro di noi e fuori, qualcosa si è spezzato. Se qualcosa si spezza e finisce, fa male. Inutile negarlo.
Darsi il permesso di piangere è la normale evoluzione in un processo di elaborazione di un lutto e deve essere vissuto. Non si può scappare. E sì, perché un amore che finisce è qualcosa che muore ed il dolore che lascia quell’essenza non deve essere evitato ma attraversato, solo così con il tempo lo si può superare. Quel che rende le cose un po’ più difficili è passare da soli per le inevitabili tappe di elaborazione, in un momento in cui da soli non ci sentiamo capaci di fare assolutamente niente. In realtà non siamo soli, accanto a noi ci sono tante persone che ci vogliono bene e che forse neppure immaginavamo di avere vicino, ma la cosa migliore è che restino sugli spalti ad incoraggiarci, mentre noi siamo sul terreno di gioco. In questo processo di elaborazione della separazione non si deve correre o precorrere i tempi, serve il tempo necessario che per ciascuno è soggettivo ma, se volessimo usare la metafora di una corsa di biciclette, potremmo dire che noi siamo i ciclisti impegnati nel tragitto verso il traguardo e chi ci vuole bene, il pubblico presente che resta sul ciglio della strada a fare il tifo per noi. Dobbiamo imparare lungo la strada che percorriamo fatta curve, salite, discese, fossi e dossi che essere amati non è un merito. Nessuno merita o non merita di essere amato. Non è la bellezza o la bravura che ti fa essere amato o meno. Non è la simpatia e la disponibilità che ti fa guadagnare l’amore.
L’amore non si guadagna, né si chiede, neppure in prestito con il pegno di restituirlo. L’amore si vive, si dona e si riceve con gratuità. L’amore è una reciprocità che si condivide. E’ un sentimento che non ascolta la ragione. Se nasce è un dono meraviglioso che due persone ricevono. Se muore è una parentesi di felicità vissuta e se non c’è non è colpa tua. Se l’amore non c’è o non è ricambiato non è colpa di nessuno e non dipende da te. Neppure meriti di meglio da chi ti ha lasciato. E chi ti ha lasciato non è sbagliato o colpevole per averlo fatto. L’amore e le persone non si meritano. Si accolgono, si accettano e sebbene difficile, si devono anche saper lasciare andare. Le persone forse non ritorneranno ma l’amore sì, in forma diversa, ritornerà. L’amore non si merita perché non è l’amore di un altro che decreta il tuo valore ed il tuo merito, quello dipende da te, da quanto sei capace di guardarti con autenticità ed apprezzare chi sei. Forse non sei una persona perfetta ma se smetti di darti colpe che non hai, probabilmente potrai diventare capace di guardare alle tue imperfezioni come a qualcosa che ti rende unico e speciale. Ma tu veramente saresti disposto a scendere a compromessi e a patti per essere amato?
Ti sei chiesto che genere di amore sarebbe? Veramente vorresti essere il ripensamento guidato di una persona che non ha saputo o potuto amarti per quel che sei? Veramente potresti cambiarti per un altro e rinunciare a chi sei? Veramente vorresti continuare a dipendere dagli umori, i desideri ed i pensieri di qualcun altro che non sia tu, sacrificando la tua libertà? Veramente sei convinto che il tuo modo di essere, di vivere, di fare, di pensare e sentire è meno efficace o ha meno valore di quello di un altro? Di quello di chi non ti ama? Probabilmente se stai vivendo questo momento difficile mi risponderesti senza remore “sì” e lo comprendo, cerchi la felicità in quello che non hai più, piuttosto che cercarla in un posto nuovo.
Capisco anche che è proprio dura guardare al nuovo, altrove da quello che conosci già, ma nessuno ti chiede di farlo subito. Prenditi il tuo tempo e scegli la tua strada. Concentrati in qualcosa (un hobby, un interesse, una passione) che ti porti lontano dai pensieri brutti che si insinuano nella testa, ma non negarli, non fuggirli, accettali e vai oltre. Sentiti come un bimbo che impara a camminare, piano piano e un po’ per volta, come lui, sebbene nell’incertezza, muovi anche tu i tuoi primi passi nuovi e nel percorso prima di cercare “quell’altro” che credi possa completarti, cerca te.
Buon cammino, dott.ssa Antonella Petrella