C’è un limite a tutto, per fortuna
Dalla prospettiva da cui guardiamo le cose dipendono i significati che attribuiamo loro.
Così i limiti possono essere intesi come ostacoli, e talvolta lo sono, ma anche come argini di protezione per impedire sconfinamenti, alluvioni e smottamenti.
Esistono limiti funzionali e limiti che lo sono meno.
Ma chissà perché più comunemente lo identifichiamo solo con la sua accezione più negativa.
I limiti i funzionali ci aiutano a stare meglio, a capire se è il caso di superarli o rimanere entro i confini che tracciano.
Quelli meno funzionali o addirittura distruttivi, ci vincolano e tante volte ci impediscono di andare oltre e migliorarci.
Dunque il limite può essere un alleato come un nemico da cui guardarci.
Nella vita di ciascuno esistono limiti da superare, altri da accettare, altri ancora da evitare o al contrario da avere sempre ben presente perché sono quelli che ci salvano.
Tutto dipende dalla prospettiva e dal peso che si dà alle cose.
Il limite quindi è l’ostacolo da superare oppure il confine che ci protegge.
Per lungo tempo e con ostinazione ho accostato al concetto di limite la necessità di andare oltre esso. Attualmente invece sto riflettendo sulla possibilità che il limite sia un fattore protettivo che ci aiuta a stare meglio.
Pensiamo, per esempio, al limite di velocità, esiste per proteggerci non certo per penalizzarci ma è il significato che gli diamo che ce lo fa inquadrare da una prospettiva piuttosto che da un’altra.
Pertanto è importante imparare a declinarlo volta per volta in modo adeguato alle diverse dinamiche che viviamo.
Riconoscerlo ed accettarlo non può che facilitare l’andamento della nostra vita piuttosto che ostinarci o, peggio ancora, svalutarci in cerca o nell’attesa di un cambiamento che probabilmente non avverrà mai, sprecando tempo ed energie utili da impiegare altrove.
Oggi decido di mettermi alla ricerca del mio limite.
Di quello buono, di quello che mi aiuta, che mi salva, che mi impedisce di accettare ciò che non è bene accettare. Che mi frena da scendere a compromessi con la vita e la con la dignità.
Di quello che mi protegge e che può dare senso alle cose che vivo, che spiega le scelte e che blocca chi potrebbe farmi male.
E quando lo trovo mi impegno a riconoscerlo e farlo mio.
Mio compagno di viaggio, che mantiene il mio passo, che lo regola e gli dà lo slancio.