“La Mazza di San Domenico, bastone o trofeo?

“La Mazza di San Domenico, bastone o trofeo?

La fede e la vita si snodano nelle narrazioni e nelle analisi proposte in questo testo attraverso due elementi simbolici importanti: il bastone e il pellegrinaggio.

Il bastone nella visione antropologica di Devereux rappresenta una metafora fondamentale del rapporto tra la persona e il contesto che lo circonda; è strumento di prolungamento di se stessi, di sperimentazione e conoscenza di ciò che è intorno. Ha quindi una duplice funzione, di estensione spirituale e valoriale del proprio corpo e della propria anima e di controllo e guida per orientarsi nell’ambiente.

L’altro elemento simbolico è il pellegrinaggio. L’essere umano ha viaggiato sin dalla sua presenza sulla terra alla ricerca di nuove mete, di nuovi confini. Ha tentato di andare oltre ciò che è fisico e materiale, alla ricerca di una dimensione che lo sovrasti, alla ricerca della purezza immateriale che è oltre l’oggettivazione umana. Bauman sostiene che i più grandi cambiamenti storici siano stati promossi proprio dalle migrazioni e dagli spostamenti degli esseri umani.

Il viaggio di Mosè, e di un intero popolo, ha sancito grandi alleanze e ha determinato anche grandi divisioni, ma, oltre tutto, ha dimostrato come sia necessario per l’uomo il desiderio di Dio e il bisogno di essere partecipe di un disegno più grande che lo includa. Un desiderio che la storia ha visto realizzarsi  proprio attraverso un viaggio durato 40 anni.

Di qui, il bastone e il viaggio, l’uno strumento di accompagnamento e realizzazione dell’altro.

Il bastone ci accompagna e ci sostiene, è uno strumento di difesa o di offesa, in relazione alla situazione e all’ambiente. È il mezzo attraverso cui il pastore guida il suo gregge, l’oggetto che lo differenzia e lo rende riconoscibile.

Il viaggio è la metafora della vita, il continuo andare alla ricerca di una meta che sia oltre il punto di arrivo. E nel viaggiare fisicamente, quale l’andare del pellegrino verso un santuario, ciascuno di noi effettua contemporaneamente un viaggio nella propria anima, una riflessione sulla propria spiritualità. È questo ciò che caratterizza il pellegrinaggio di San Domenico, ciò che muove i pellegrini mariani di Pietramelara verso Castelpetroso: è la ricerca di se stessi, del proprio completamento nella fede e nella speranza di essere accolti dal proprio pastore.

Nelle pagine che seguono, troviamo non solo la narrazione dei percorsi di fede, ma la partecipazione simbolica e collettiva di intere comunità alla costruzione del proprio senso di appartenenza e alla definizione di una visione comune che trova nella fede il suo legame più importante.

Si tratta di un lavoro di analisi dell’essere umano nella sua dimensione più intima, quella dell’anima e dei legami teleologici, quella che attiene all’origine, al percorso e alla meta della vita di ognuno di noi.

Prof.ssa Anna Paolella