Perché fine anno è tempo di bilanci?
Ci siamo quasi: l’anno sta per terminare, e molti di noi si ritrovano a fare un bilancio dei mesi trascorsi. Ma perché lo facciamo? E come possiamo rendere questa pratica un’occasione per crescere, anziché uno strumento di autocritica?
Con l’aiuto della psicologia possiamo esplorare insieme queste domande e scoprire come far diventare il bilancio di fine anno un’esperienza arricchente e non angosciante (qualora qualcosa non fosse andata come previsto).
Dunque, Perché tiriamo le somme a fine anno? Tirare le somme a fine anno è una pratica quasi naturale. Si tratta di un rituale che ci aiuta a dare senso al tempo trascorso, un processo che gli psicologi chiamano “costruzione narrativa”. Secondo Bruner, un famoso psicologo, raccontare la nostra storia è fondamentale per comprendere chi siamo. Il fine anno ci invita a fare proprio questo, ripercorrere gli eventi, attribuire loro un significato e collocarli nel nostro personale racconto di vita. Il calendario, con la sua ciclicità, ci offre un contesto ideale per fermarci e riflettere. In un mondo frenetico, questo momento di pausa ci consente di osservare con più chiarezza successi, fallimenti e tutto ciò che sta nel mezzo ed è quindi un’occasione da cogliere, senza lasciarsela scappare.
Quando guardiamo indietro, spesso ci focalizziamo su quello che non è andato come avremmo voluto. Ma c’è un modo migliore di affrontare questa riflessione. Seligman, padre della psicologia positiva, ci invita a concentrarci non solo su ciò che manca (come è nostra abitudine fare) ma su ciò che abbiamo già.
Pertanto, vi indico, alcuni suggerimenti per approcciare il bilancio di fine anno in maniera costruttiva:
Focalizzati sul processo, non solo sul risultato. Anche se non hai raggiunto un obiettivo specifico, considera i passi avanti che hai fatto. Hai imparato qualcosa di nuovo? Ti sei impegnato? Questi sono traguardi che meritano di essere riconosciuti.
Riformula i “fallimenti”. Invece di etichettare un obiettivo non raggiunto come un fallimento, chiediti: “Cosa mi ha insegnato questa esperienza?”. Carol Dweck, famosa per i suoi studi sul mindset, sottolinea che avere una mentalità di propositiva e aperta ci permette di vedere gli ostacoli come opportunità per crescere.
Celebrati. Anche i piccoli successi contano. Spesso tendiamo a sminuirli, ma ogni passo avanti merita riconoscimento. Sei migliorato in qualcosa? Hai dedicato tempo a chi ami? Sei stato resiliente? Festeggia questi momenti.
Tuttavia, non è sempre facile mantenere un atteggiamento positivo quando ci rendiamo conto che qualcosa non è andato come speravamo. Pertanto, vi suggerisco anche, alcune strategie per non soccombere al peso dei fallimenti o presunti tali:
Pratica l’autocompassione. Kristin Neff, esperta di questo tema, ci ricorda che trattare noi stessi con la stessa gentilezza che riserviamo a un amico è fondamentale per il nostro benessere. Quando senti il peso dell’autocritica, prova a dire a te stesso: “Va bene così. Sto facendo del mio meglio”.
Sperimenta la gratitudine. Seligman consiglia di scrivere una lista di cose per cui essere grati. Questo esercizio, semplice ma potente, può trasformare il modo in cui percepiamo l’anno trascorso.
Sii realistico. Gli obiettivi irraggiungibili sono una delle principali fonti di frustrazione. Per l’anno nuovo, prova a fissare traguardi che siano stimolanti ma anche realistici.
Un aspetto fondamentale nel tempo dei bilanci è la gratitudine. Essa è uno degli strumenti più potenti per il benessere psicologico. Robert Emmons, uno dei massimi studiosi della gratitudine, spiega che riconoscere ciò che abbiamo – e ringraziare chi ci ha aiutato lungo il cammino – migliora la nostra soddisfazione personale e rafforza le relazioni.
Un esercizio semplice è quello del “Diario della gratitudine”. Scrivi tre cose per cui sei grato ogni giorno, anche piccole. Col tempo, questo allenamento mentale cambierà il tuo modo di vedere il mondo.
Ti lascio al tuo resoconto con la gratitudine che ti accompagnerà in questo momento di crescita e ringraziamento per quel che è stato, per ciò che è e che sarà!