Scrivere una lettera a se stessi bambini

Scrivere una lettera a se stessi bambini

Scrivere una lettera a se stessi bambini non è l’ultima trovata di Chiara Ferragni, è una tecnica molto diffusa in psicologia, che dà l’opportunità di riflettere su se stessi, sperimentando sentimenti positivi nei propri confronti.

Scrivere, in generale, è terapeutico. Scrivere a se stessi, in più, è anche un atto d’amore.

E’ un esercizio per donarsi quelle carezze emotive di cui si ha bisogno e che, probabilmente, non si riesce a trovare altrove.

La scrittura diventa una pratica terapeutica perché aiuta a riflettere e a mettere in ordine i pensieri. Aiuta a sentire il nostro mondo interiore entrando in contatto con le  emozioni, anche con quelle più difficili da avvicinare.

Pennebaker e Solano, studiosi autorevoli della psiche umana,  hanno sostenuto che dare espressione scritta dei propri pensieri ed emozioni, rispetto a situazioni dolorose o traumatiche, ne aiuta l’elaborazione e il superamento. Scrivere dà inoltre, la possibilità, di riconoscere e dare un nome alle emozioni esperite.

Dare un nome a ciò che si sente e si vive è fondamentale per avviare il processo dell’attribuzione di senso, ciò risulta essenziale per alleviare la sofferenza che il dubbio e la mancanza di significato innescano.

Il miglioramento della condizione psicologica , di cui stiamo parlando, avviene grazie alla narrazione scritta che facciamo poiché essa può modificare il modo in cui ci sentiamo, il pensiero riguardo a ciò di cui parliamo e la prospettiva da cui guardiamo permettendoci di avere una migliore comprensione dei fatti e di noi stessi.

Per praticare la scrittura espressiva non occorre essere scrittori, si scrive per se stessi, anche se ciò che si scrive potrebbe essere da sprono per un altro, uno specchio in cui l’immagine che si vede fa sentire meno soli o invoglia a scrivere e condividere anche la propria storia.

Questo tipo di scrittura non ha regole precise da seguire. Si può usare un lessico semplice e una sintassi imprecisa, ci si può concedere di fare errori grammaticali, ortografici e licenze poetiche. Con qualsiasi modalità si scriva, il semplice fatto di scrivere attiva e stimola il nostro cervello nelle sue componenti emotive e cognitive.

Nei momenti più difficili diventa uno spazio personale ed accogliente in cui riversare e lasciare il dolore che si ha dentro perché venga metabolizzato.

La scrittura espressiva diventa anche la possibilità di riconciliarsi con se stessi, di fare pace con un passato difficile da accettare o che ci ha fatto male.

Direi che provare non ci costa nulla, pertanto di invito a farlo. Vi invito a scrivere. Vi invito a scrivere a voi bambini.

Per facilitare la scrittura espressiva vi consiglio di cercare tra le vecchie foto una di voi bambini, di mettervela sul comodino e di guardarla per qualche minuto la sera, prima di dormire. Di guardarla con occhi buoni e con dolcezza.

Vi esorto a fermarvi qualche minuto sull’immagine dandovi il permesso di sentire la tenerezza o l’emozione che vi suscita per poi riporla ed addormentarvi.

Dopo qualche giorno, vi suggerisco di cominciare a scrivere una lettera a voi bambini e di notare quello che provate.

Se vorrete sarò felice di condividere con voi questa esperienza, mi potete scrivere qui: antonella.petrella@virgilio.it

Buona scrittura.